A Venezia, quanto sta succedendo in questi giorni è l’ennesimo disastro annunciato, per il quale, il “PROGETTO WORLD” esprime solidarietà alle famiglie delle vittime, di tutti i suoi soci e di chi ha subìto danni, oltre alla preoccupazione per i danni al grande patrimonio della città.
Il record dell’acqua alta a Venezia e l’eterna vicenda del MoSE dimostrano come non basti mai operare con la sola logica delle grandi opere pubbliche quando si debbano affrontare fenomeni naturali esponenzialmente più frequenti e intensi per effetto dei cambiamenti  climatici, quindi ampiamente prevedibili e previsti!!
Purtroppo il MoSE è stato un progetto affidato senza gara, che non è mai stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale e che doveva finire 1995 e va avanti da circa 20 anni, nonché travolto dalle tristi e note vicende giudiziarie.

Per la Laguna di Venezia  sarebbe stato meglio, come più  volte richiesto anche dal WWF, che fossero stati messi a raffronto progetti meno complessi dal punto di vista tecnologico e meno costosi, più rapidi nella loro realizzazione e più flessibili rispetto alla geomorfologia lagunare, quali i 9 presentati a suo tempo dal Comune di Venezia tra il 2005 e il 2006 e che, nel contempo, garantissero risorse per quegli interventi diffusi che sono sempre necessari per mantenere il delicato equilibrio idraulico e naturalistico della Laguna di Venezia.
In questo drammatico contesto c’e’ ancora chi chiede il ripristino delle quote di profondità del Canale Petroli per facilitare l’ingresso delle grandi navi, riproponendo una delle cause principali dell’ingovernabilità dell’acqua alta, segnalata come tale in tutti gli studi sin dagli anni ’70.
Già allora, come alternativa a questo sciagurato progetto, il CISVAM propose un ecoporto galleggiante per grandi navi da crociera
prima alla Direzione Generale del MIT e subito dopo alla Segreteria Tecnica del Ministro delle Infrastrutture (allora Min. Lupi),  che
l’accolse con interesse ed entusiasmo, tanto da girarla subito all’Autorità Portuale di Venezia, da dove non ci fu seguito.
Ora il CISVAM, anche insieme a Fondazioni e ad Organismi nazionali ed internazionali di protezione ambientale, alla luce degli eventi straordinari dei giorni nostri, riproporrà con forza questo suo progetto a tutte le Istituzioni Governative, del Veneto e di Venezia, offrendo anche un piano finanziario del WAF-PROJECT SECTOR.

 

L’acqua alta record che si è registrata a Venezia dimostra come sia stato un errore madornale affidarsi alle virtù miracolistiche di una grande opera quale il MoSE, a cui è stato dato il via nel 2003 e che forse sarà completata nel 2021, affidata senza gara al Consorzio Venezia Nuova, dal costo stimato a consuntivo di circa 5,5 miliardi di euro, che sta venendo realizzato sulla base di ben 150 stralci esecutivi (come denunciò la Corte dei Conti nel 2009) e che costerà all’anno, a regime, almeno 80 milioni di euro (per la manutenzione e per il personale che ne deve assicurare il funzionamento), come  ha rivelato nel gennaio 2018 il provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti se e quando verrà completata.
Il Comune di Venezia, peraltro, deve urgentemente approntare una propria strategia e un proprio piano di adattamento al cambiamento climatico, coinvolgendo anche Regione e Governo. Non si può continuare a parlare degli impatti del riscaldamento globale previsti, incluso l’innalzamento del mare, solo nei convegni e nelle riunioni scientifiche, omettendo di adottare le doverose strategie e gli interventi più efficaci, tra cui i più efficaci riguardano proprio il ripristino dei sistemi naturali.
Ricordiamo che l’Italia non ha ancora rivisto e approvato il Piano Nazionale di Adattamento, ma questo non può rappresentare un alibi
per le altre Istituzioni coinvolte che devono comunque lavorare sulla propria parte.
Resta la certezza che se non limiteremo il riscaldamento globale a +1,5°C, e comunque ben al di sotto dei +2°C, non ci sarà adattamento che tenga e il rischio per le eccellenze costiere italiane diventerà altissimo.

E’ in questo contesto, che il CISVAM intende promuovere le sue strutture galleggianti cargo e crocieristiche, quale contributo da inserire nelle urgenti strategie per Venezia ed i Piani di adattamento ai cambiamenti climatici.

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