IDROVIA PADOVA-VENEZIA

Sicurezza idraulica e rete trasportistica

Importanti progetti del PROGETTO WORLD sono attualmente concentrati a Padova, dove si vuole creare un polo direzionale finanziario e commerciale Cina – Europeo collegato ad un collegamento fluviale da Padova a Venezia, con diramazioni fino a Ravenna.

 

Il geometra Roberto Rovoletto, associato CISVAM, presidente del Gizip, gruppo imprenditori dell’area industriale di Padova, membro del comitato promotore del World China Center e delegato per il progetto dell’Expo internazionale permanente della Green Economy e della Cultura, nonché presidente della Regione e per quella industriale di Padova, rappresenta la zona industriale di Padova, una zona industriale che ha una notevole vocazione per la logistica ed in particolare una delle aree industriali più grandi d’Italia, essendo formata da circa 11 milioni di metri quadrati, con 1.500 imprese e 70.000 addetti.

 

In questo contesto, il CISVAM, in collaborazione anche con la Regione ed altri enti, sta portando avanti il progetto dell’IDROVIA PADOVA-VENEZIA, un progetto iniziato nel ’66 e rimasto incompiuto, il cui completamento è inserito anche nell’attuale PNR.
L’idrovia fu progettata nella zona industriale di Padova per collegarla con Venezia-Marghera per il trasporto dei container fino all’interporto di Padova, dove è presente uno dei più grandi centri container d’Italia.


Dal 1989 il corso d’acqua ha percorso una distanza di 27 km, di cui solo 15 sono stati completati, con 15 ponti e chiuse speciali per i dislivelli dei fiumi realizzati, mentre gli ultimi 12 km sono rimasti bloccati a causa di regolamenti politico-amministrativi.

 

Un’opera eccezionale che darebbe uno sbocco per le famose autostrade del mare e che con i vantaggi economici, sia in termini di inquinamento che in termini di viabilità, diventa un progetto Green, quindi potenzialmente finanziabile anche dalla Comunità Europea.


Un collegamento tra Ravenna, Padova, Marghera e l’Interporto di Padova che con il corso d’acqua, attraverso un canale, potrebbe addirittura collegarsi con il Po, arrivando fino a Milano, Mantova, Torino, etc.

Tutto ciò potrebbe quindi creare una navigabilità con navette marittime complete di classe 5C, ovvero con una portabilità di 90 / 100 container con un solo carico, considerando che ad oggi i container viaggiano uno per camion, con un continuo intasamento delle autostrade.
La via d’acqua risolverebbe anche il problema ecologico ed economico, dato che si potrebbero trasportare 90 o 100 container con una solo navetta marittima alimentata da un fotovoltaico, raggiungendo un costo più o meno pari a zero, contro invece i costi notevoli che si sostengono per il trasporto su gomma da Marghera all’interporto di Padova.

 

Il progetto attuale prevede il completamento nei prossimi 5 anni.
In un primo momento si completerebbe il canale di scolo delle acque alluvionali, trattandosi di una zona estremamente pericolosa dal punto di vista idrologico, con continue piene periodiche e varie bombe d’acqua, con zone sotto il livello del mare.
Parte della zona industriale di circa 11 milioni di metri quadrati regolarmente, con 70 ore di acqua, finisce sott’acqua da 1 metro in su, provocando un danno anche in termini economici.
La principale causa di questi problemi idrologici è dovuta alla presenza di due grandi fiumi, il Bacchiglione e il Brenta, che creano enormi problemi di protezione idraulica. Questi 2 fiumi potrebbero invece essere convogliati, durante le piene, direttamente nel corso d’acqua e scaricare acque di tipo alluvionale nel Veneziano, nel porto di Marghera e in laguna, provocando nessun danno. Inoltre, i sedimenti legati alle acque alluvionali potrebbero anche risanare il fondo della laguna, completamente inquinato da materiali petroliferi di vario genere.

 

Mappa delle zone alluvionate se si riverificasse la piena del 1966 (oltre 4 m d’acqua a Stra), senza il completamento dell’Idrovia.

Il costo del completamento dell’opera è previsto con una somma di 650 milioni di euro per renderla navigabile con navette marittime piene mentre con 250 milioni di euro si potrebbe completare lo scavo e risolvere in questo frangente, fino a completamento, il problema idraulico dell’area di Vicenza, Padova e Venezia.

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